Half dome climber Honnold free solo

Imparare a convivere con la paura

 

Cosa ci insegna il corpo

“Il problema è che tutta la paura si sente allo stesso modo”

— Alex Honnold, arrampicatore professionista

Immagina di trovarti a centinaia di metri da terra, appeso a una parete verticale di roccia, senza corda, senza protezione. Ogni appoggio è incerto. Ogni movimento richiede presenza, fiducia, equilibrio. È così che Alex Honnold ha scalato Half Dome, nel parco nazionale di Yosemite: solo, a mani nude.

Quella che potrebbe sembrare una prova estrema di coraggio – o incoscienza – è in realtà una lezione profonda sulla paura, il corpo e la consapevolezza.

 

La paura è una reazione del corpo

La paura non è un errore. È una risposta fisiologica, antica e saggia. Honnold lo sa bene: anche dopo decenni di scalate, il suo corpo si attiva ogni volta che si trova in alto, esposto al vuoto. Anche quando la mente razionale sa che è al sicuro, il corpo reagisce. Palmi sudati, respiro corto, visione ristretta, muscoli contratti.

Questi segnali non sono nemici da combattere, ma messaggi da ascoltare.

 

Il corpo non distingue tra una minaccia fisica e una emotiva

Quello che rende l’esperienza di Honnold ancora più interessante è il confronto con un’altra situazione in cui ha provato una paura intensa: parlare in pubblico. Durante il suo TED Talk, ha provato gli stessi segnali corporei — tensione, ansia, tremore — che sente arrampicando pareti di roccia senza protezioni.

Il corpo, insomma, non distingue tra una caduta mortale e un giudizio sociale. In entrambi i casi, si attiva per proteggerci.

 

La paura è reale, anche quando il pericolo non lo è

Una delle frasi più potenti dell’articolo è:
“Il problema è che tutta la paura si sente uguale.”

Per chi soffre d’ansia, attacchi di panico o ipervigilanza, questa frase può risuonare profondamente. La risposta del corpo è reale, anche se il pericolo è solo percepito. E proprio qui entra in gioco il lavoro di consapevolezza somatica: imparare a differenziare tra una minaccia reale e una reazione automatica.

 

Abitare il corpo, attraversare la paura

Honnold non è “immune” alla paura. Al contrario: la conosce profondamente. Ci è stato dentro, l’ha studiata, ha imparato a sentirla, a modularla, a non lasciarsi travolgere. Questa è una lezione preziosa anche fuori dal mondo dell’arrampicata.

Anche noi, nella vita di tutti i giorni, affrontiamo “pareti verticali”: relazioni difficili, cambiamenti, malattie, scelte importanti. Spesso reagiamo come se fosse in gioco la nostra sopravvivenza, e in un certo senso è così: il nostro sistema nervoso sta cercando di proteggerci.

 

Ma possiamo imparare a riconoscere quando la paura ha qualcosa da insegnarci, e quando invece ha solo bisogno di essere rassicurata.

 

Cosa possiamo portare a casa

– La paura è un’esperienza del corpo, non solo della mente

– Non sempre possiamo evitarla, ma possiamo imparare a starci dentro

– La chiave è distinguere tra ciò che è pericoloso e ciò che è semplicemente sconosciuto o scomodo

– Lavorare con il corpo ci aiuta a fare proprio questo: ritrovare sicurezza dentro di noi, anche quando fuori non lo è.

Se ti interessa esplorare come il corpo può diventare una bussola nei momenti di paura, ansia o blocco, visita la sezione Coaching somatico, Bodywork e Psicologia

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Foto di Mo su Unsplash

Questo post è ispirato all’articolo originale pubblicato su The New York Times, intitolato Learning to leave with fear

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